Un successo la serata per gli “invisibili”

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Organizzata dalla Biblioteca Navarria Crifò con la media partnership di Sicilia Channel, “Esserci a fatica – viaggio fra le solitudini” ha visto una notevole partecipazione

La giornata, quasi a ridosso del Ferragosto, presentava non poche incognite, anche meteorologiche. Ma il tempo è stato più che clemente, e la gente ha risposto numerosa: il giardino della Chiesa Valdese di Catania era gremito la sera di venerdì 12 agosto in occasione di “Esserci a fatica – viaggio fra le solitudini”, evento organizzato dalla Biblioteca Navarria Crifò di Catania (le cui attività sono sostenute dall’Otto per Mille Valdese), dedicata agli “invisibili”. Indesiderati, mal voluti, tranne quando la cronaca ne parla in qualche trafiletto. Sono i senza fissa dimora, i senzatetto, insomma quelli che non hanno casa, abitazione, vivono per strada.

Di loro si occupa a Catania l’Arbor – Unione per gli Invisibili, nata durante il lockdown e circolo dell’Auser-CGIL, e destinataria della raccolta fondi della serata: quanto raccolto consentirà di andare ben oltre lo “stretto necessario” che l’Arbor riesce a garantire.

La serata condotta da Roman Henry Clarke, Direttore Responsabile di Sicilia Channel, è iniziata con l’incontro con Anna Puci e Nunzio Meli, volontari Arbor, che hanno delineato un excursus fra percezione, dinamiche, normative, e sull’attività dell’unità di strada dell’Arbor.

A seguire, la resentazione di di “Esserci a fatica”, il libro che ha dato il nome alla serata, uscito sul finire del 2021 per i tipi di Edizioni Underground.

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(foto © Eugenio Navarria)

A parlarne Livio Spanò, coautore del libro: poeta e pittore astratto, Spanò, originario di Augusta (SR), vive a Bristol, in Inghilterra. “Esserci a fatica” è il suo secondo libro, il primo in “tandem” con Enza Amato, pittrice, illustratrice e tatuatrice, anch’ella originaria di Augusta. Il libro è un ritratto dell’alienazione urbana, dell’incomunicabilità, dell’affanno esistenziale. Ai taglienti versi di Spanò si alternano le polaroid di Amato, proiettate durante la presentazione del libro. Di Enza Amato gli attori Gisella Torrisi e Francesco Giordano hanno dato lettura di note biografiche e di una testimonianza artistica.

Dopo la chiacchierata con Spanò e la lettura di alcuni componimenti tratti dal libro, le cui royalties d’autore saranno destinate per atto volontario ed unilaterale da Amato e Spanò ad una ONG annunciata durante la serata, è stata la volta dello spazio “Art is resistance – Art is action without violence”: una serie di performance artistiche con protagonisti di prim’ordine a sostegno dell’unità di strada dell’Arbor.

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(foto © Gaetano Privitera)

Ad aprire le esibizioni è stata la scrittrice ed attrice Gisella Torrisi, che ha dato lettura di stralci di opere di Sebastiano Patané Ferro, avvicendatasi sulle note di “Je ne regrette rien” di Edith Piaf con la cantautrice Lunaspina, accompagnata alla chitarra da Corrado Santoro, che ha proposto un sentito ricordo di Adriano Cammarata. Ha proseguito la successione delle esibizioni Francesco Giordano, attore e musicista, con un profondo e ironico excursus sulla solitudine ed il sacrificio fra mitologia greca ed attualità, concludendo con un suo brano cantato accompagnandosi alla chitarra e partecipato in coro da pubblico. Molto toccante ed applaudito il doppio monologo di Mario Sorbello, regista ed attore, accompagnato da una toccante riflessione sullo stigma verso la disabilità mentale e sul ruolo del teatro come arte fondamentale, eppur bistrattata, per fronteggiare la desertificazione culturale. A concludere Johnny Hellgast, rapper che restituisce al genere le proprie origini di testimonianza viscerale, con un convinto supporto alle attività dell’Arbor, e la chitarra jazz solista di Vincenzo Di Vita, sempre attento alle iniziative culturali non profit. Durante le esibizioni sono state proiettate le creazioni fotografiche di Gianluigi Caruso, che ben ha ritratto la solitudine lungo le strade di Catania, ed è stata messa all’asta una tela donata da Nunzio Papotto, artista sempre in prima linea nelle iniziative benefiche. Graditissimo “fuoriprogramma” anche la partecipazione di Paolo Capodanno, che ha letto alcuni brani del suo libro “Il postino che recapitava musica”, di cui ha donato in beneficenza uno stock di copie andato esaurito durante la serata.

In definitiva, un successo di entusiasmo e partecipazione, con il pubblico rimasto attento e partecipe per oltre quattro ore, dimostrando che una Catania ed una Sicilia attente e coscienti esistono, ed agiscono.

(foto in evidenza © Eugenio Navarria)