CIVITAS EDUCATIONIS A ENNA – VISIONI, SENSI, ORIZZONTI DI UNA MENTE APERTA AL DOMANI

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L’Università Kore al centro di una rete di idee e confronti per sensibilizzare all’altro con un’unica missione: rafforzare gli studi umanistici

Si è conclusa la quarta edizione di “Civitas Educationis – Visioni, Sensi, Orizzonti”, il ciclo in tre giornate di conferenze e confronti indetto dall’Università Kore di Enna. Durante i trentasei incontri distribuiti tra l’otto, il nove e il dieci novembre, professori associati, associazioni di categoria, scrittori e ricercatori sono intervenuti su temi sociali, culturali, letterari, professionali e non solo. Con la formula del “Guest-discussant” in cui un appartenente al corpo docente della facoltà si interfacciava con, nelle parole della preside di facoltà Marinella Muscarà, “la persona proveniente dal mondo reale”, gli studenti dell’università hanno potuto toccare con mano problematiche di un pianeta in cui l’idea estrema della globalizzazione ha provocato un’ulteriore distaccamento tra le parti.

Marinella Muscarà, Preside della Facoltà degli Studi classici, linguistici e della formazione dell’Università degli studi di Enna Kore

I TEMI DELLE CONFERENZE

Le opere pasoliniane e il personaggio dell’autore, l’attivismo giovanile, la migrazione, i percorsi educativi in contesti migratori, la traduzione e l’interpretariato (con l’intervento di Rossella Tramontano, presidente dell’ANITI, l’Associazione Nazionale Italiana Traduttori e Interpreti), le tecniche di narrazione e ancora l’amore, l’etica, la traduzione in poesia, la legalità e la coesistenza civile: questi sono stati alcuni tra i temi scandagliati. Altro spunto di discussione è stato il confronto tra oriente e occidente in ambito terapeutico, letterario e culturale al fine di richiamare l’attenzione di chi ha scelto, all’interno della propria carriera accademica, anche lingue come il cinese o l’arabo: l’Unikore è infatti una delle sedici sedi italiane dell’istituto Confucio, l’organizzazione che dal 2006 è attiva per la promozione della cultura e della lingua cinese in Italia.

ABBIAMO BISOGNO DI PARLARE DI INTEGRAZIONE E CULTURE?

Tra le aule della facoltà di studi classici, umanistici, linguistici e della formazione, durante i tre giorni del festival, così ribattezzato dalla preside d’ateneo, è stata avvertita una atmosfera di integrazione e globalità in cui i ragazzi hanno avuto la possibilità di apprendere, oltre che l’esistenza delle tematiche sopra descritte, anche le realtà locali esistenti attive e dedite alle proprie cause (migratorie, culturali e sociali), necessarie a educare le nuove generazioni e prepararle a sentirsi parte di un sistema-mondo che non veda l’altro come competitore o minaccia ma come aiutante e amico, utile anche alla comprensione del proprio mondo nonostante apparenti barriere linguistiche e differenze culturali.