AGGRESSIONE VIDEOREPORTER: RIMOSSE LE AUTO

rimozione via patane 1

Aveva fatto indignare la violenza contro l’operatore di ripresa. Ma è solo un episodio di una quotidianità consolidata a Catania

Si è fatto un gran parlare da giovedì dell’episodio di violenza ai danni di un operatore del tg di Sestarete, emittente etnea, “sorpreso” a riprendere alcune auto abbandonate sul sedime pubblico e per questo aggredito e malmenato da sconosciuti mentre lo stesso cercava di allontanarsi con il proprio motoveicolo.

Giunge oggi la notizia dell’avvenuta rimozione di quelle auto, come già sta accadendo da alcuni giorni, come annunciato dal Comune di Catania.

«La Polizia Municipale questa mattina, in via Patanè – scrive l’ufficio stampa del Comune di Catania – ha fatto rimuovere quattro automobili abbandonate, nello stesso punto in cui giovedì scorso l’operatore di ripresa Massimo Brucato era stato aggredito da un residente della zona, mentre filmava le autovetture ferme da anni per realizzare un servizio giornalistico per la l’emittente Sestarete».

«L’iniziativa – prosegue la nota – è una pronta risposta del Comune contro gli inqualificabili atti di violenza, perpetrati a danno di un addetto all’informazione per i cittadini».

«Il servizio di rimozione delle automobili e delle motociclette lasciate dai proprietari in evidente stato di abbandono su sede stradale pubblica – conclude il comunicato – è stato riattivato tre settimane fa con il coordinamento della Polizia Locale al comando di Stefano Sorbino e sono già oltre un centinaio i mezzi rimossi.
La convenzione con l’azienda che rimuove i mezzi e li smaltisce, dura tre anni e in tale periodo si prevede di rimuovere circa 3000 veicoli a due e quattro ruote, abbandonati e disseminati per la città.
Gli autoveicoli e le moto tolti dalla pubblica via saranno custoditi per 60 giorni nell’area di stoccaggio della ditta incaricata del prelievo, a disposizione del proprietario e senza l’addebito di alcuna spesa.
Trascorso tale periodo i veicoli saranno alienati e demolite, con conseguente cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico».

rimozione via patane 2

Qui sorgono una domanda, ed una considerazione.

La domanda, che ammettiamo essere provocatoria, è: a questo punto, invece di sostenere i costi di rottamazione e cancellazione del veicolo (che qualsiasi proprietario di un veicolo da rottamare deve sostenere per lo smaltimento dello stesso), non conviene abbandonare lo stesso sulla pubblica via, giacché lo stesso verrà rimosso e cancellato dal PRA «senza l’addebito di alcuna spesa» a cura dell’azienda convenzionata con il Comune di Catania?
È vero, esistono aziende di demolizione che prelevano i veicoli da rottamare “a domicilio” senza spese, ma a condizione che il veicolo stesso sia integro, al fine di poterne attingere pezzi per il mercato dei ricambi usati. Altrimenti, è prevista una tariffa.

Quindi – proseguiamo con la provocazione – sembrerebbe più semplice, e certamente economico, rovinare oltremodo il già sofferente decoro urbano con la “carretta” da buttare, in attesa che – prima o poi – arrivi il carro attrezzi. Et voilà!

La considerazione, amara, è che, tolti quei veicoli, rimane la violenza a Catania.
Brutalità e prevaricazione stanno prendendo il sopravvento in sempre più zone della città, che incontrollate rimangono alla mercé di drappelli di giovani sempre pronti ad intimidazioni e violenze per qualsiasi futile pretesto, producendosi in schiamazzi, disturbo della ormai dimenticata “quiete pubblica” con “musica” ad alto volume e rombo di veicoli a due e quattro ruote, ed in numerosissime attività illecite, sovente legate al mercato degli stupefacenti.

Ciò accade non nei bui sottoscala, bensì su luminose vie centrali, note e trafficate. Vivere a Catania città, e non solo nelle note, abbandonate e dimenticate periferie, è ormai una sfida missionaria o un patimento costante, al pari del rischio per la propria incolumità, per quanti non hanno alternative.

Non vogliamo indicare responsabili o “ricette”. Non vogliamo scadere nei semplicismi della serie “basterebbe una pattuglia”, sebbene siamo diretti testimoni di come tali drappelli rimangano indisturbati a ogni orario anche al passaggio (tutt’altro che inconsapevole) di mezzi delle forze dell’ordine, che passano, guardano, e tirano dritto.

Ma il fenomeno è allarmante e – temiamo – andato oltre il limite del non ritorno.
È una dichiarazione di impotenza? È una resa? È sostanziale accondiscendenza?

Non pochi fanno notare come gli strati della società ove proliferano tali fenomeni di devianza (quella vera…) sono anche quelli che garantiscono, soprattutto nelle grandi città siciliane e meridionali come Catania, “sacche di voti” in sede elettorale, difficilmente fronteggiabili nell’urna da parte delle “persone per bene”, decisamente meno numerose…e meno prolifiche.

Di certo, innanzi a una scuola all’affanno, ad istituzioni politiche sempre più orientate al mercato elettorale, ad una magistratura attenta a comunicati e conferenze stampa che all’applicazione puntuale e tempestiva del diritto, è sempre più difficile proclamare, come fa un noto scrittore in un video pubblicitario di un suo podcast, che la «mafia è stata sconfitta».

Non sarà solo la repressione a vincere, come ci ricordò Gesualdo Bufalino: «La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari».
Ma questo monito sembra essersi schiantato tragicamente insieme al suo indimenticabile autore, e il desiderio di fare le valigie e fuggire dal degrado è sempre più forte.

R.H.C.