“MIRACULA ET BENEFITIA”: IL NUOVO LIBRO DI MARCO PAPASIDERO INDAGA SU UNA STORIA SICILIANA

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Si parla di “Malattia, taumaturgia e devozione a Licata e In Sicilia nella prima età moderna”. Abbiamo intervistato l’Autore

“Miracula et benefitia – Malattia, taumaturgia e devozione a Licata e in Sicilia nella prima età moderna” è il nuovo libro di Marco Papasidero, edito da Edizioni Carmelitane, ed esposto, insieme ad altri volumi delle Carmelitane, a Roma, nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina, lo scorso 13 Novembre in occasione del convegno su Angelo Paoli.

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Questa l’opera in una nota :

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Tra il 1625 e il 1627 venne celebrato a Licata un “processo” sui miracoli attribuiti a sant’Angelo carmelitano, il cui martirio, secondo la tradizione agiografica, sarebbe avvenuto proprio nella città affacciata sul Canale di Sicilia. In quel luogo, inoltre, sarebbe sgorgata una fonte d’acqua miracolosa, tuttora esistente, medium privilegiato di miracoli e guarigioni. I 113 testimoni interrogati ci consegnano un complesso affresco storico, in cui le vicende della peste che colpì la Sicilia nel 1624 e Licata nel 1625 si intrecciano con la storia della medicina e delle pratiche di guarigione messe in atto nel santuario, contribuendo a tratteggiare il contesto culturale e sociale della Sicilia di prima età moderna. Il volume propone un dettagliato studio degli atti del processo, analizzati da una prospettiva storico-culturale, e ne fornisce la prima edizione critica.

Una breve presentazione dell’Autore:

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Marco Papasidero

nato nel 1988 in Calabria, tra gli ulivi e le colline, di un piccolo paese distante circa una ventina di minuti dalla costa tirrenica e da quella jonica. Durante la sua infanzia spensierata, già aveva scoperto la passione per lo studio, in particolar modo dalle religioni e la spiritualità. Ma è durante gli ultimi anni del liceo classico, con la lettura di saggi e testi di argomento storico-religioso, che decide di seguire la sua passione. Una persona molto interessante, un giovane che della sua passione, con tenacia e grinta, ne ha fatto il suo mestiere.

Facciamo due chiacchiere con lui:

– Chi è Marco Papasidero? Come e quando arriva agli studi e alle pubblicazioni che stanno caratterizzando il suo lavoro accademico, archivistico come anche pubblicistico?

Preciso che mi fa piacere ricevere questa intervista, così da far conoscere le mie ricerche a un pubblico più vasto, anche fuori dall’accademia. Ho studiato all’Università di Messina, dove ho anche svolto il dottorato di ricerca. Dopo ho condotto alcune ricerche presso l’Archivio Generale dell’Ordine Carmelitano a Roma e, dal 2019, faccio parte di un progetto europeo, che ha sede all’Università di Torino. Il suo acronimo è NeMoSanctI (www.nemosancti.eu) e si occupa dello studio, in chiave interdisciplinare, dei nuovi modelli di santità.

– Nato in Calabria, studi universitari a Messina, ricercatore a Reggio Calabria, Padova, Torino”. Ha avuto assegni di ricerca a Roma e Torino. A Padova è stato docente; a Reggio Calabria collaboratore alla didattica. Con questo nuovo volume, di nuovo nella più grande isola del Mediterraneo. Cosa la lega alla Sicilia?

La Sicilia per me è una terra affascinante. Lo dico da calabrese, quindi da persona che conosce e ama il Meridione. In particolare, il mio interesse per questa grande isola è legato ai culti e alle devozioni che nel corso del tempo l’hanno caratterizzata, lasciando importanti testimonianze storico-religiose in testi agiografici e processi di canonizzazione, fonti preziose per lo studio della sua storia culturale, ma anche nel vastissimo patrimonio artistico, etnografico e musicologico. Inoltre, è – ed è stata – una terra di grande fermento culturale, per via delle varie dominazioni che si sono succedute e delle importanti rotte commerciali – penso a Licata con Malta, ma non solo – che hanno agevolato il “trasferimento” e lo “scambio” di culti e devozioni nel Mediterraneo.

– Nel suo nuovo lavoro uscito per i tipi delle Carmelitane, un lavoro meticoloso di ricerca e ricostruzione, con un risultato tanto completo quanto avvincente: sembra quasi far convivere storia, archivistica, fede, devozione, ma anche un’aria quasi – mi si passi l’espressione – da “legal thriller”. Quanta è la fatica, e quanta la soddisfazione una volta ricevuta la prima copia del libro?

Il lavoro, che reca il titolo del “processo” celebrato a Licata tra il 1625 e il 1627 sui miracoli di sant’Angelo, Miracula et benefitia, costituisce una fonte di primissimo piano per lo studio non solo della storia della città, ma anche delle dinamiche storiche e culturali che hanno interessato la Sicilia tra la seconda metà del Cinquecento e l’inizio del Seicento. La fatica di fornire l’edizione critica degli atti, volti a raccogliere le testimonianze sui miracoli che le persone attribuivano all’intercessione di sant’Angelo carmelitano nella prima età moderna, è stata ampiamente ripagata: il risultato, seppur non definitivo, come per nessuna ricerca, consente ora agli studiosi e non solo di poterli leggere.

– Rimanendo su questo volume: come è giunto al conoscere ed eviscerare questa vicenda? Cosa l’ha spinta a voler ricostruire questo “processo”, una vera e propria inchiesta seicentesca fra miracoli e guarigioni, con testimonianze ed inchieste?

L’interesse per lo studio di questo testo – per l’esattezza conservato in due copie manoscritte, una custodita nell’Archivio Generale dell’Ordine a Roma, e l’altra nella Biblioteca Universitaria di Cagliari – è legato all’ottavo centenario del martirio del santo che, secondo la tradizione, sarebbe avvenuto nel 1220. In quest’occasione, grazie al fondamentale supporto dell’Institutum Carmelitanum, dell’Archivio Generale e della Postulazione carmelitana – con il sostegno del Ministero della Cultura –, ho potuto dedicarmi allo studio del “processo”. I due convegni svolti a Licata nel 2019 e nel 2021 hanno consentito di portare avanti la discussione e la riflessione anche sul piano più generale del culto del santo.

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– Torniamo al territorio: immagino sia stato a Licata per portare a compimento questa ricerca. Se sì, dove ha compiuto tali indagini? E inoltre, cosa ha visto, vissuto di Licata? Cosa le è rimasto impresso e dentro?

Sebbene, sfortunatamente, una delle copie del “processo” – verosimilmente l’originale – si trovasse proprio a Licata, di essa oggi non c’è più traccia. Ad ogni modo, ho avuto modo di soggiornare in questa bella città più volte non solo per consultare alcune fonti presso il Fondo Antico, ma anche per visitare diversi luoghi collegati alla memoria del santo, in particolare il santuario. L’assetto dell’edificio descritto nei Miracula et benefitia rispecchia lo stadio precedente all’attuale, ma è stato comunque molto utile vedere i luoghi della devozione, come la cappella in cui è custodita l’urna-reliquiario e il “pozzo” dell’acqua miracolosa, costantemente richiamato negli atti come “il fonte” o “la fonte”.

– Ci dica perché bisognerebbe leggere il suo ultimo libro. Lo dica sia all’appassionato/a di storia religiosa e di storia in generale, quanto al lettore (o lettrice) comune, magari solo incuriosito/a dal titolo o dalla vicenda.

Il libro può essere un’utile risorsa per gli abitanti di Licata per approfondire alcuni aspetti della storia della propria città. Tra l’altro molti sono gli esperti, a Licata stessa, che si interessano a queste tematiche. In termini più generali, la pubblicazione dell’edizione rende difatti accessibile una fonte molto ricca (le deposizioni sono 113), che potrà essere di ausilio per ricerche future nel campo della storia religiosa, della storia della devozione e di quella della medicina.

– Infine… cosa bolle in pentola? Su cosa sta lavorando per il futuro?

Per ora l’immediato pensiero è cercare di promuovere il volume, presentandolo in Sicilia ma anche in altri luoghi d’Italia, proprio per il valore che questi documenti hanno su un piano storico e geografico ampio.

Allora ci auguriamo di vederla presto a Licata, dove sono custodite le reliquie di sant’Angelo carmelitano martire, patrono della città, celebrato tra devozione e tradizioni popolari molto folkloristiche.

Grazie infinite per la sua professionalità e disponibilità.