“I TRENI DEL SUD”: AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI LICATA PRESENTATO IL NUOVO LIBRO DI ARMANDO SORCE

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Uno spaccato dagli anni ‘60 tra parole e musica nella cornice del Chiostro della Badia

Nella splendida atmosfera del Chiostro del Museo Archeologico di Licata, accompagnato dal sociologo docente dell’Università di Messina Francesco Pira, dalla docente e presidente del CIF Agrigento Mariolina Di Salvo, sotto la sapiente direzione del giornalista Angelo Augusto, il musicista, compositore e scrittore Ildegardo Armando Sorce ha presentato il suo primo lavoro letterario dal titolo I Treni del Sud.

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Uno spaccato della Licata (identificata nel libro come Zegìra) degli anni che vanno da 1962 al 1966 raccontato attraverso la vita del barbiere don Agostino Li Calzi, il quale tra le altre cose nutre un amore profondo per la musica. La figura del barbiere permette all’autore di entrare ed uscire con scorrevolezza dalle vite dei personaggi del racconto in quanto in quelli anni il barbiere era un sorta di autorità, un po’ confidente e un po’ medico,, che si spingeva finanche a qualche piccolo intervento chirurgico, dall’asportazione di un dente malato e dolorante all’incisione di una fastidiosa e invasiva ciste, la cosiddetta “bumma” (bomba) . Dal negozio di barbiere passavano poi tutte le notizie e i pettegolezzi del paese e li si formulavano giudizi e sentenze popolari.

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La serata si apre con una rivisitazione molto raffinata, da parte del gruppo Iricanti, del quale è cofondatore lo stesso Sorce, di Cu ti lu dissi, splendido omaggio alla cantante licatese Rosa Balistreri. Il gruppo ha eseguito anche brani di loro composizione legati in qualche modo alla trama del libro.

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A completare la serata le letture di Luisa Caldarella, violinista del gruppo e attrice.

La prima domanda ad Armando Sorce è stata: perché I treni del Sud?

«L’immagine del treno, della littorina, ha sempre rappresentato per me un’icona che ha accompagnato tutta la mia gioventù. Il treno per me rappresenta ciò che va via ma anche ciò che arriva. E tutto quello che passa con i treni lascia un contributo ai territori che da essi vengono attraversati».

L’intervento di Francesco Pira sottolinea come nel libro ci sia «un pezzettino della vita di ognuno di noi che ha vissuto in questa cittadina. Vengono raccontati gli anni in cui i barbieri erano i veri social network, da dove passava tutto ciò che avveniva nel paese. Con la differenza rispetto a oggi che le notizie venivano in qualche verificate e c’era meno cattiveria nel giudicarle e nel riportarle di bocca in bocca».

«Il libro – continua Pira – è un po’ cinema, un pò teatro e un po’ musica, si può quasi dire che è la storia degli Iricanti. In poche parole è ciò che l’uomo, l’artista, il sindacalista Armando Sorce rappresenta.

Armando ha scelto di non andarsene e di lottare e fare tante cose per il suo paese. E tutte queste cose le ha articolate sapientemente nel suo racconto.

Da Sociologo posso dire che il libro rappresenta il viaggio un po’ come metafora della vita, un percorso che conduce l’uomo verso nuove esperienze e che gli fa comprendere fino in fondo cosa c’è nel suo cuore.

Nel libro Armando incarna perfettamente la sicilianità. Credo, conclude Pira, che sia un libro pronto per una sceneggiatura cinematografica ed al contempo rappresenti un ottimo mezzo per i ragazzi per conoscere e fissare i valori e gli accadimenti del passato».

Mariolina Di Salvo pone l’attenzione sulle figure femminili del libro che, seppur in anni di una Sicilia maschilista e patriarcale, si impongono nella famigilia e risultano decisive in alcuni momenti cruciali del racconto.

La stessa Di Salvo ha chiesto all’autore come mai non avesse dedicato un capitolo alle figure femminili?

«perché ho avuto la necessità di raccontare una società, quella siciliana degli anni 60, che ruotava attorno alla figura dell’uomo padrone, anche se poi in alcuni punti del racconto le donne hanno preso il sopravvento. Se dovessi scrivere di una donna rivoluzionaria scriverei di Rosa Balistreri, continua Sorce, vera icona rivoluzionaria del Sud…. e chissà che non mi faccia prendere la mano e che non inizi a scrivere proprio di Rosa».

Angelo Augusto sottolinea nel suo ultimo intervento «come il libro tratti di problematiche pesanti come mafia, mancanza di lavoro e povertà, ma lo faccia con un tratto lieve, con una leggerezza non scontata per noi siciliani».

Un giudizio positivo da parte dei relatori al quale ci sentiamo di associarci anche noi. I Treni del Sud è un libro da leggere tutto d’un fiato, magari ascoltando come sottofondo la musica degli Iricanti.

Il libro, edito da Algra Editore è ordinabile in tutte le librerie, sul sito dell’Editore e a breve negli store on line.