Avevano fondato lo “Stato Antartico di San Giorgio”: in 12 ai domiciliari

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Operazione della Digos che ha fermato le attività della micronazione, considerata una «associazione a delinquere», con provvedimenti anche in Sicilia

A qualcuno potrebbe sembrare la sceneggiatura di un film emulo delle gesta del Principe della risata, Totò, in “Totòtruffa 62”.

Eppure il “Sovrano Stato Antartico di San Giorgio” avrebbe praticamente tutto: stemmi e sigilli, documenti validi per l’espatrio, una gazzetta ufficiale (“Official Gazette”), due periodici (“The Antarctic Tribune” e “La Teocrazia”), e “sedi diplomatiche”. Il territorio? Rivendicato, in Antartide, con «capitale virtuale nella Stazione della Città di Sant’Anna» e «domicilio a Lugano».

Fondato nel 2011 (e con relativa pagina Facebook aperta nel 2015, mentre il sito ufficiale – non raggiungibile al momento – sembrerebbe risalire al 2021), sembra uno dei tantissimi esperimenti, più o meno goliardici, di “micronazione”, tra cui spicca Talossa, uno dei più antichi (e anch’esso rivendicante una porzione di Antartide), ed il più famoso Principato di Sealand, che occupa una piattaforma militare dismessa al largo delle coste inglesi nel canale della Manica (in Italia si ricorda l’artificiale Isola delle Rose, poi demolita dalle autorità dello Stato Italiano).

Ma secondo gli inquirenti italiani, ci sarebbe altro. L’operazione della Digos denominata “L’isola che non c’è” ha individuato 43 indiziati, di cui 30 indagati a piede libero, 12 ai domiciliari ed uno con obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. Secondo una nota della Polizia di Stato, gli indagati avrebbero «fatto credere alle vittime che ottenere la cittadinanza dello Stato Teocratico Antartico di San Giorgio, dotato di una autonoma sovranità e privilegi, gli avrebbe fatto conseguire i vantaggi più disparati».

«Nella rete – prosegue la nota – sono finite oltre 700 vittime residenti in tutta Italia: diventando cittadini dell’inesistente Stato Antartico, previo pagamento di somme di denaro variabili da 200 a mille euro, le vittime avrebbero ottenuto una serie di agevolazioni allettanti. Ad esempio c’era la possibilità di ricevere finanziamenti per i propri progetti di ricerca, di fruire di una burocrazia più snella per le proprie imprese o di utilizzare i documenti dello Stato per circolare liberamente in Italia e all’estero, e di consentire l’ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri»

«Attraverso l’adesione allo Stato Antartico – si legge nel comunicato – i benefici più attraenti sarebbero stati però quelli connessi alla riduzione dell’imposizione fiscale, con un’aliquota pari solo al 5 per cento da versare al nuovo stato di appartenenza, quello di poter continuare a esercitare la professione medica nonostante l’avvenuta radiazione/sospensione dall’albo e quello di poter essere esentati dagli obblighi vaccinali».

«In almeno due casi – si legge ancora – è emersa la vendita di terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare. Gli indagati, poi, avrebbero incamerato dai cittadini “antartici” un’ulteriore somma di denaro, proponendo l’acquisto dell’isola di Kouneli, in Grecia, per dare una concreta territorialità allo Stato».

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Gli indagati avrebbero – sempre secondo il comunicato della Polizia di Stato – «creato dei documenti di riconoscimento contraffatti (passaporti, carte d’identità diplomatiche), ma totalmente corrispondenti ai format internazionali, e li avevano utilizzati in strutture alberghiere, in Italia e all’estero, nonché nel corso di controlli di polizia e in alcuni aeroporti».
L’ammontare dei proventi – conclude la nota – si aggirerebbe intorno ai 400mila euro, versati su «un conto estero situato in territorio maltese, ove avrebbe sede una rappresentanza dello Stato».

Le operazioni sono state condotte dagli agenti della Digos di Catanzaro, in collaborazione con la Direzione centrale polizia di prevenzione e le questure di Cosenza, Genova, Lucca, Perugia, Padova, Teramo e Trapani. Le indagini erano partite il 7 aprile del 2021 da una perquisizione in un immobile di Catanzaro indicato come la sede diplomatica del presunto “Stato”, portando ad altri centri di attività, siti tra gli altri ad Alcamo e Teramo.

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Tra gli indagati ci sarebbero anche un ex generale della Guardia di Finanza e un ex maresciallo dei carabinieri in pensione. Fra i nomi spicca quello di un medico “No Vax”, Roberto Petrella, già radiato in via non definitiva dall’Ordine dei Medici ed arrestato nel gennaio scorso con l’accusa di omicidio colposo (per presunte cure errate), divenuto noto insieme ad altri suoi colleghi perché avrebbe tentato di creare un albo dei medici sangiorgese reclutando medici radiati o sospesi dall’albo. Petrella si dichiarava cittadino dello Stato Teocratico Antartico di San Giorgio.

Tale entità rivendica il proprio diritto di fondazione ed esistenza sulla base del Trattato Antartico del 1959. Trattato che sancisce l’utilizzo solo a scopi scientifici dei territori antartici disabitati, pur non pronunciandosi sulle rivendicazioni territoriali precedenti alla stipula del trattato (e ad oggi, ci si passi il termine, da tutte le parti in causa “congelate”). Fra le quali, non risultava, né poteva risultare data la cronologia, quella della sedicente teocrazia antartica “Made in Italy”.